Esposizione "I volti dei migranti" a Trieste il 14/05/2016

Grazie ai ragazzi di Triesteincontra, Sabato 14 Maggio presso la piazza della Repubblica di Trieste, ci sarà una mia esposizione sui migranti al confine Croato-Sloveno.

Io purtroppo non ci potrò essere perchè sono all'inaugurazione di un'altra mia esposizione a Catania, vi lascio tutti i dettagli e il programma, gli incontri  saranno molto interessanti!

 

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Intervista per il giornale online L'Oppure

Sabato 19 marzo è stata pubblicata una mia intervista per il giornale online L'Oppure. La mia è la prima di una serie di interviste dedicate ad artisti e personaggi importanti locali. Devo ringraziare Enrico Pascatti per l'opportunità e per l'ottima conversione delle mie parole in testo. 

 

Giulio Magnifico: “Mi piace documentare la tradizione”

Giulio è un fotografo friulano di ventinove anni. Il focus della sua macchina è rivolto principalmente alla street photography, e può vantare diverse collaborazioni con testate nazionali ed estere (Der Spiegel, Click Magazine, Independent, Messaggero Veneto, Inspired Eye, digitalreview), mostre personali a Tolmezzo e Udine; ha vinto il premio Treccani “Eccellenza del web” e il Nikon Forum Contest 2015, tenuto conferenze in molti circoli fotografici, scuole e atenei della nostra regione. I suoi reportage provengono dalle osterie udinesi e dal confine turco-siriano, i soggetti sono uomini sedentari – estimatori del tajut del primo pomeriggio – e uomini che nascono per la seconda volta – partoriti dal mare, sulle coste siciliane. Lo abbiamo raggiunto per una chiacchierata intorno alla fotografia, al giornalismo e alle tradizioni della nostra terra.
Ecco cosa ne è emerso.

Partiamo dall’inizio: come ti sei avvicinato alla fotografia?

Beh, io ho avuto la fortuna che i miei genitori fossero grandi
viaggiatori: ricordo che, da piccolino, abbiamo girato tutta Europa in camper. Ho potuto vedere molti posti differenti. Cercavo sempre di osservare, di trovare particolarità e diversità, che sono quello che la mia fotografia vuole raccontare. Quando scattavo, il consiglio di mio padre era quello di non fare mai foto da cartolina, già viste. Prestavo allora il mio occhio alla diversità: forse la mia passione è iniziata già da lì. Poi, con la scoperta del cinema, ho scelto di iscrivermi al liceo con indirizzo di fotografia e filmica, ma col tempo ho capito che il mio mezzo fosse la macchina fotografica. Ho proseguito, ho imparato le basi che mi sono servite poi per poter scattare in modo soddisfacente: la tecnica è importante, senza non si arriva a nessun risultato di spicco. In seguito, per un periodo ho lasciato la macchina in un armadio, per poi riavvicinarmici con la paesaggistica, ma mi sono reso conto che il mio interesse fosse rivolto alla street photography, perchè era quella che riusciva a raccontare meglio quello che vedevo in città. Mi piace raccontare le scene di vita cittadina.

Ciò che mi affascina maggiormente dei tuoi scatti è la commistione tra ritrattistica a reportage: voglio dire, quando scatti una fotografia non è quasi mai per isolare il tuo soggetto da ciò che gli sta intorno, ma per raccontare del suo rapporto con lo scenario in cui è immerso.

Ovviamente gli scatti non devono solo isolare il soggetto, mi piace cercare di ambientare e contestualizzare ogni ritratto. Bisogna raccontare sia il soggetto che il suo background: altrimenti è solo un volto. Mi capita però di fare anche primissimi piani, e in questi caso aggiungo una piccola videocamera sulla macchina per girare un filmato grezzo che racconti la scena che sta dietro allo scatto, dal clack! dell’otturatore al mio rapporto coi soggetti che immortalo.

La tua serie sulle osterie friulane racconta l’esperienza di luoghi che rappresentano molto più che bar: si tratta di sale in cui trovarsi con gli amici o immergersi nel privato di una lettura, godere del taciturno piacere di un buon vino o di una più conviviale briscola. Cosa ti ha attratto inizialmente?

Mi piace documentare la tradizione, le scene che provengono da lontano e che spero non si perdano nel tempo. Credo che la nostra generazione non lo permetterà, ma in quel caso avrei prodotto una testimonianza fotografica del passato. Voglio cogliere la naturalità, la maggior parte delle volte i miei soggetti non si accorgono nemmeno di essere fotografati. Altre volte invece ci mettiamo a parlare, beviamo assieme: mi è capitato così di conoscere persone nuove, conoscere storie.
Peraltro Pepata di Corte, un’osteria udinese, espone una selezione di dieci mie foto scattate all’interno della stessa. E’ partito tutto da una bella idea del proprietario. Questa serie è stata ripresa anche dall’Independent on Sunday [è possibile trovare l’articolo a questo link, ndr], l’edizione domenicale dell’Independent, famosa testata inglese. Hanno trovato queste foto sul mio sito giuliomagnifico.it e mi hanno chiesto di raccontarle e raccontare la vita in Friuli. La stessa intervista è stata poi ripresa dal Messaggero Veneto.

Hai anche all’attivo diversi reportage da zone calde: il confine Sloveno-Croato, Turchia, Siria e Iraq. Come cambia il tuo approccio in quelle situazioni, e cosa invece resta invariato?

Ovviamente in quei contesti cambia tutto: bisogna preparare meticolosamente il viaggio, sapere dove andare e dove non metter piede, come affrontare ogni situazione. Al momento dello scatto, al contrario, le mie azioni restano invariate: mi avvicino alle persone e mi faccio vedere con la fotocamera, e se mi fanno capire con un gesto o un sorriso che a loro sta bene essere fotografati, scatto. Comunque è necessario prestare sempre la massima attenzione: essere rapiti è una concreta possibilità. Le prime volte, quando si assiste a scene forti o ad interventi della polizia, tremano le mani: si tratta di una prova che colpisce, che mette a forte disagio. Anche se, dopo qualche esperienza, si inizia ad avvertire il valore umano di queste storie.

Se dovessi scegliere uno e un solo obiettivo, quale sarebbe?

Io ne uso solamente due: ho un 35mm f/1.4 e un 105mm macro, ma potrei usare quasi solo il 35. E’ una lente che va bene per tutto, io l’adoro, la tengo attaccata alla macchina anche per mesi senza mai cambiarla: facendo un passo in avanti si ottiene un ritratto, facendo un passo indietro una scena. E’ un obiettivo polivalente.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Coi viaggi si vive molto alla giornata: potrei partire in qualsiasi momento. In ogni caso avevo in mente, per quest’estate, di andare con un mio amico tra Siria, Libano e Iraq. Ho poi in programma un’esposizione al Med Photo Fest, che si tiene a Catania col patrocinio del Ministero dei beni culturali. In precedenza lo hanno vinto fotografi come Scianna, Berengo Gardin, Leone.

- Enrico Pascatti

Presentazione circolo fotografico Photo-grafando

Venerdì 26 Febbraio 2016 sono stato invitato dal circolo fotografico Photo-grafando di Brugnera e Timai (Pordenone), a presentare i miei scatti e reportage presso la sala del Canevon a Villa Varda. Ringrazio i presenti, Francesco Miressi e tutto il circolo per l'invito, l'ottima organizzazione e la splendida sala a disposizione. Vi lascio le foto e l'audio dell'intervento.

 

Nikon photo contest book

Every year Nikon Italy make a contest with about 9/10.000 photos and the best 100 are awarded, displayed at the Photokina and other international shows and printed in a book.  One my photo won, so I received a personalized book with my photo as a cover, plus the standalone one.

The photo is made at the Syrian border in May 2014, in the city of Kilis at the bus station, where this poor little girl was going around alone, dirty and confused...  (with a Nikon D800E + Sigma 35mm f/1.4 Art)

Personal exhibition in a restaurant in Udine (Pepata di Corte)

On 27th December I've inaugurated a personal and permanent exhibition inside an Udine osteria/restaurant called Pepata di Corte, the particular thing is that all the 10 photos exposed are shooted by me inside the same local in the last tree years. All the photos are 30x45 and printed on the Hahnemühle Cotton smooth paper. I love the idea of having a permanent exhibition inside a local because if someone want to see some of my photos printed in high quality, just go inside, take a glass of wine or a cofee and see them :-)  Anyway take a look at the photos of the inauguration below:

CONCERTO per i MIGRANTI / Cervignano del Friuli

Domenica 22 Novembre 2015 ho partecipato ad un concerto benefico del soprano Mara Corazza e Gabriele Avian all'organo, indetto in forma benefica per raccogliere fondi per le associazioni che aiutano i migranti arrivati in Friuli-Venezia Giulia.

Il ricavato della serata di 507,00 euro è stato devoluto interamente alla Onlus Insieme con Voi di Gorizia che è in prima linea nella prima accoglienza dei profughi e migranti provenienti dai confini Sloveni.

Selezionato come eccellenza della settimana nel Premio Treccani Web

L'enciclopedia Treccani ha selezionato il mio reportage Siria/Turchia 2015 come eccellenza della settimana nell'ambito del "Premio Treccani Web". Ulteriori dettagli alla pagina dedicata: www.premiotreccani.it/siria/turchia-2015.html

"Nei suoi reportage fotografici, caratterizzati dal bianco e nero, il fotografo Giulio Magnifico riesce ad immortalare la realtà quotidiana dei profughi in zone disagiate del mondo. La capacità di cogliere, attraverso scatti così drammatici, scintille di speranza è il tratto distintivo che lo connota come cronista privilegiato della Storia nel suo accadere."

Personal exhibition "SIPAS/GRAZIE" in Tolmezzo (Udine)

On 23 October 2016 I've inaugurated my personal photography exhibition called 'Sipas/Grazie'. There are 70 photos (80x60cm) and one video (23mins length) of my reportage inside Iraq during the war in September/October 2014. The exhibition is located inside Palazzo Frisacco in Tolmezzo, near Udine: Google Maps link. The exhibition is open from 10 to 12:30 and 17 to 19  every day except Tuesday that is close.

Convegno “guerra di propaganda”

Lunedì 12 ottobre sono stato invitato ad esporre le mie foto, ed intervernire al convegno "guerra di propaganda" organizzato dall'università di Udine.

Insieme a me erano presenti Gad Lerner, Gianandrea Gaiani, Fausto Biloslavo, Andrea Romoli e Barbara Gruden e Alberto Alpozzi.

La “guerra di propaganda” arriva a Gorizia con il convegno annuale di relazioni pubbliche

La strategia comunicativa del sedicente stato islamico è vincente? Chi ha perso la guerra di propaganda in Ucraina? Come si fa ad influenzare l’opinione pubblica? Come funziona la strutturazione dei significati e la formazione-evoluzione degli immaginari collettivi? Cosa e come cambia il coinvolgimento dei media in situazioni di conflitto? Quali sono le modalità per superare la consapevolezza dell’audience? Nascondere i messaggi dei “nemici” è utile o dannoso?

Queste saranno alcune delle questioni che verranno trattate in “Guerra di propaganda - semiotica e comunicazione nei teatri di crisi”, convegno che avrà luogo lunedì 12 ottobre nella sede “Santa Chiara” dell’Università di Udine a Gorizia. Il convegno, organizzato dai corsi di laurea in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata delle Imprese e delle organizzazioni , inizierà alle 9 e proseguirà fino a sera.

In mattinata si susseguiranno le relazioni di noti giornalisti nazionali esperti di situazioni di conflitto, mentre il pomeriggio si terrà una tavola rotonda in cui si parlerà di comunicazione strategica e della sua futura evoluzione nella “guerra” contro l’IS.

Prenderanno parte al convegno in qualità di relatori Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo, a cui sarà affidata la conclusione della mattinata di lavoro, Barbara Gruden , inviata speciale della Rai in teatri di guerra, Gianandrea Gaiani, fondatore e direttore della rivista Analisi Difesa, Fausto Biloslavo, attualmente giornalista presso Il Giornale e storico inviato di guerra, Andrea Romoli, inviato Rai e riservista dell’Esercito italiano.

Adiacente il convegno, la mostra “Immagini di Guerra” catapulterà il pubblico nelle lontane terre del Medio Oriente  grazie alle fotografie, specchio delle condizioni di vita e della speranza delle popolazioni locali colpite dalla guerra, catturate dall’obiettivo di Giulio Magnifico e Alberto Alpozzi, fotoreporter di guerra.

Dal punto di vista accademico, gli organizzatori Antonella Pocecco e Claudio Melchior (entrambi sociologi della comunicazione presso l’Università di Udine) si attendono un ricco dibattito sul tema dell’efficacia delle propagande nell’era dei social media, con particolare attenzione agli aspetti culturali e a-consapevoli di queste dinamiche che, sebbene spesso sottovalutati, ne determinano fortemente il successo o l’insuccesso.

http://qui.uniud.it/notizieEventi/cultura/la-201cguerra-di-propaganda201d-arriva-a-gorizia-con-il-convegno-annuale-di-relazioni-pubbliche